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Hanoi non è il posto migliore per rilassarsi. L'incessante rumore dei veicoli, il suono dei clacson, il martellamento dei cantieri, i venditori ambulanti che urlano, decibel che si alzano e inquinamento acustico garantito.

Presto, però, altri boati gracchianti potrebbero unirsi all'interminabile chiasso della capitale del Vietnam gli altoparlanti che emettono proclami statali a tutto volume.

L'uso degli altoparlanti si rifà alla condivisione di informazioni e alla propaganda dell'era della Guerra fredda. Sono stati ufficialmente ritirati dall'amministrazione locale nel 2017, ma durante la pandemia di Covid-19 sono stati reintrodotti e il loro utilizzo è tornato a scuotere la già rumorosa esistenza degli 8 milioni di residenti della capitale vietnamita.

Da allora il governo cittadino ha svelato i piani per l'uso degli altoparlanti per diffondere gli annunci quotidiani a partire da quest'anno, con l'obiettivo di coprire l'intera area di Hanoi entro il 2025.

L'analista politico Carl Thayer ha definito il piano «arcaico e ridondante», e in contrasto con la consueta strategia «orientata al futuro» più volte annunciata dall'amministrazione. «Il cittadino vietnamita medio apprezza la propria autonomia per accedere a notizie e informazioni in modo indipendente», ha spiegato Thayer.

L'attivista per i diritti umani e residente ad Hanoi, Nguyen Quang, ha dichiarato che l'inquinamento acustico in città è già un «grande problema». Di conseguenza, reintrodurre gli altoparlanti potrebbe essere persino «torturante». Un altro residente di Hanoi, un giornalista locale, è stato ancora più schietto. «Direi che la maggior parte delle persone, me compreso, pensa che sia un'idea stupida», ha detto al Guardian chiedendo di rimanere anonimo. «Gli altoparlanti erano parte integrante della vita durante la guerra, quando avvertivano le persone dell'arrivo dei bombardieri e fornivano aggiornamenti in prima linea. Ora, nel migliore dei casi, è una macchina per il rumore bianco, una seccatura».

Un recente sondaggio indica che il 70% dei residenti di Hanoi è contrario al ritorno degli altoparlanti a fini propagandistici. Ma all'amministrazione locale non sembra importare granché. L'obiettivo è fissato: negli angoli delle strade della capitale vietnamita, entro tre anni, torneranno gli altoparlanti. Niente applicazioni. Nessuna tecnologia moderna. Ma un ritorno all'epoca bellica, quando per le strade di Hanoi veniva diffusa la voce potente di Ho Chi Minh, politico, segretario del partito comunista, anche primo ministro e poi presidente della Repubblica dal 1955 al 1969, anno della sua scomparsa.

Secondo Thayer si tratta di un programma di Hanoi inteso a «dare potere ai leader locali a livello di rione e a promuovere iniziative politiche». Ma la reintroduzione degli altoparlanti, per l'analista, non è correlata «all'insicurezza di regime o alla continua repressione della libertà di parola».

«Ci sono scarse prove che la legittimità dell'attuale regime stia perdendo un ampio sostegno pubblico al quale si può rimediare col ritorno degli altoparlanti nelle strade di Hanoi». Nel frattempo, i residenti, già provati dal frastuono quotidiano, ci scherzano su: «Forse chi sta spingendo per questa forma di propaganda possiede un'azienda di altoparlanti...».

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